Storie di incanto basate su fonti bibliografiche
cavalleresche medievali, poemi italiani del Rinascimento, vite di santi, storie
di banditi: tutto questo è racchiuso nel teatro dei burattini, meglio noto come
Opera dei Pupi.
Questa forma teatrale è nata in Sicilia agli inizi del XIX
secolo e si è diffusa con grande successo tra le classi popolari dell’isola.
Tre grandi scuole di marionette: Palermo, Catania e Siracusa,
che si distinguono in particolare per le dimensioni e la forma dei burattini,
le tecniche di funzionamento e i fondali dei palchi molto colorati.
Il pupo palermitano è alto circa 80 centimetri - 1
m, pesa 8 kg, ha il ginocchio snodato e può sfoderare e rinfoderare la spada.
Mentre il pupo catanese è alto 1,40 m e pesa tra i 16 ed i 20 kg. Il ginocchio
è rigido e la spada è sempre sguainata, pronta a sferrare colpi.
E ancora volti di cartapesta a Siracusa, dove la
tradizione punta più sul testo, sulla parola e non solo sull’aspetto visivo.
Questi pupi hanno il volto di cartapesta, sono alti 80 centimetri e pesano tra
i 5 e i 7 chili. I paladini hanno il ginocchio rigido, e gli altri personaggi
senza armatura invece hanno le gambe snodabili.
Ancora oggi nei canovacci usati dai pupari si
trasmettono stili e comportamenti del popolo siciliano: dalla cavalleria al
senso dell’onore, dalla difesa del debole e del giusto alla fede.
Il teatro dei Pupi è riconosciuto dall’Unesco come Capolavoro
del patrimonio orale e immateriale dell’umanità.
A cura di Serena Marotta
Fonte immagine: web
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